Brexit, da un’altra angolazione
Daniele Girardi
(24 Giugno 2016)
Persino mercati finanziari e 'prediction markets' sembrano avere sottostimato la possibilità della Brexit. A fronte di sondaggi che nel complesso davano un risultato vicino al 50-50, leggermente verso il Leave, i mercati implicavano una probabilità di vittoria del Remain intorno al 75-80%. Numeri ingiustificabili, in retrospettiva. Questo rivela qualcosa di importante sulle distorsioni che tendiamo ad avere nel leggere i dati di cui disponiamo e nell’effettuare previsioni: siamo propensi a vedere collegamenti e regolarità dove non esistono
A quest’ora, tutto ciò che di rilevante c’era da dire sulle implicazioni politiche ed economiche della cosiddetta ‘Brexit’ è stato probabilmente già detto. Qui invece mi vorrei soffermare su un aspetto ‘a margine’ della vicenda, che tuttavia ha profonde e affascinanti implicazioni. In sintesi, tutti sembrano avere fortemente sottostimato la possibilità che il ‘Leave’ potesse vincere il referendum, e questo rivela qualcosa di importante sulle distorsioni che tendiamo ad avere nel leggere i dati di cui disponiamo e nell’effettuare previsioni.
Che giornali, televisioni e siti internet abbiano commesso un clamoroso errore di valutazione (la sera del voto davano quasi per scontata la vittoria del ‘Remain’) non è sorprendente: questi soggetti non sono mai stati bravi nell’effettuare previsioni. Quello che sorprende è che anche i mercati finanziari, gli scommettitori e i cosiddetti ‘prediction markets’ abbiano ‘toppato’ clamorosamente. Mentre il voto si svolgeva, i bookmakers assegnavano alla vittoria del ‘Remain’ una probabilità attorno all’80-90%. I mercati finanziari, secondo tutti gli osservatori, si sono comportati fino a ieri sera come se il ‘Remain’ dovesse vincere. Su PredictIt, il principale prediction market, la probabilità di Brexit era data intorno al 25% (Figura 1). I prediction markets sono mercati in cui si scambiano titoli finanziari, analoghi ad azioni, legati alla realizzazione di certi eventi. Studi scientifici hanno dimostrato che solitamente questi mercati forniscono previsioni molto accurate – più di qualsiasi altra fonte. Eppure anche loro hanno sbagliato in modo grossolano.
Figura 1 - Probabilità dell'evento Brexit secondo il prediction market PredictIt (settimana precedente il voto)
Fonte: Predictit.org
L’interpretazione rassicurante dell’accaduto è che a volte gli eventi improbabili accadono. In fondo gli esperti e i mercati assegnavano a questo evento una probabilità bassa, ma non nulla. Il fatto che la Brexit sia accaduta non significa necessariamente che avesse una probabilità più alta di quella, molto bassa, che le era assegnata. Questa spiegazione non farebbe una grinza, se non fosse che – in retrospettiva – quelle previsioni erano completamente ingiustificate. Il ‘leave’ era avanti nella maggior parte dei sondaggi effettuati nel mese precedente il referendum (Figura 2). Tuttavia un paio di sondaggi molto recenti che davano un leggero vantaggio (non sappiamo se statisticamente significativo) al ‘Remain’ sono stati interpretati come un chiaro segnale che la Brexit fosse praticamente scongiurata. A questi sondaggi è stato dato molto più peso che a decine di altri sondaggi che vedevano il ‘Leave’ avanti. Come mai?
FIGURA 2 - Risultati dei sondaggi su Brexit dal 16 maggio al 23 Giugno
Fonte: The Economist
Probabilmente, il motivo è che questi sondaggi pro-Remain sono arrivati subito dopo il terribile assassinio di Jo Cox. In assenza di questo evento, sarebbero stati interpretati con la dovuta cautela, visti nel contesto di una moltitudine di indicazioni contrastanti. E’ normale che i risultati di sondaggi con campioni limitati siano in una certa misura fluttuanti, anche se non cambia nulla nella distribuzione delle preferenze nella popolazione. Invece, tutti hanno visto una relazione tra l’uccisione della deputata Laburista e questi sondaggi: l’omicidio è stato visto come un evento collegato al referendum, che avrebbe spostato voti verso il ‘Remain’, e questi sondaggi sono stati visti come la conferma di questa assunzione. In effetti, come mostrato in Figura 3, dopo il 16 giugno (il giorno dell'assassinio) la probabilità di Brexit implicita nei prediction markets è calata fortemente. In retrospettiva, non sembra che ci fossero molti motivi per assumere una stretta relazione tra l’assassinio di Cox e il referendum, e appare chiaro che il cambio di segno nei sondaggi rispecchiava semplicemente l’incertezza di intenzioni di voto piuttosto vicine al 50-50.
FIGURA 3 - Probabilità dell'evento Brexit secondo PredictIt nel mese precedente il voto
Fonte: Predictit.org
Tutto questo mette in luce la tendenza umana a vedere collegamenti e regolarità dove non esistono. Questa tendenza può introdurre una distorsione sistematica nelle nostre previsioni. Sopratutto quando la teoria su come gli oggetti della previsione (gli elettori in questo caso) si comportano è lontana dall’essere a prova di cannone. Questo tipo di distorsione a volte non scompare neanche quando una moltitudine di previsioni effettuate da singoli individui informati vengono aggregate in un mercato (come nei prediction markets). Nel suo libro ‘Il Segnale e il Rumore’ Nate Silver sostiene che la predisposizione a cercare regolarità in ciò che vediamo – persino dove sono poco chiare e probabilmente inesistenti – sia un residuo evolutivo, un tratto che è risultato utile all’uomo durante le fasi precedenti della sua evoluzione e quindi si è diffuso nella popolazione, ma che oggi ci ostacola nel sempre più importante compito di effettuare previsioni. Gli errori commessi nel valutare la probabilità di Brexit sembrano confermare questa visione.